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Elia Caprile: “Il Cagliari si salverà per merito di tutti”

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Il portiere del Cagliari, Elia Caprile, ha rilasciato un’intervista al quotidiano “Il Corriere dello Sport”, in cui ha parlato della sua avventura in rossoblù.

“Ho accettato la proposta del Cagliari con entusiasmo.
A Napoli volevo mettermi in gioco, mio padre è napoletano e sono molto legato alla città.
Le cose, però, non sono andate come avrei voluto.
E allora la sfida di Cagliari: volevo essere protagonista, il ruolo di secondo portiere non fa per me”.

UNITI PER L’OBIETTIVO
L’inserimento in squadra è stato immediato.
Sono stato accolto benissimo, tra l’altro conoscevo già il Mister, il preparatore Squizzi, avevo giocato con Luperto all’Empoli e Gaetano al Napoli.
Insomma, è venuto tutto facile.
Io salvatore della Patria? Niente affatto.
Ricopro un ruolo da solitario in un collettivo.
Il portiere determina, nel bene e nel male, perché è l’ultimo baluardo ma fa parte di una squadra.
Il Cagliari si salverà per merito di tutti, squadra, staff, dirigenti e tifosi, non per un singolo.
Da solo, sono nessuno”.

IL RUOLO DEL PORTIERE
“Sono nato portiere.
Era il 2006 e negli occhi avevo le immagini del Mondiale vinto dall’Italia in Germania.
Ammiravo e ammiro ancora Buffon, il più grande di tutti i tempi, una persona speciale, sono diventato portiere nel tentativo di emularlo.
Il nostro è un ruolo particolare, si sta a lungo soli in porta.
Ma mi piace essere protagonista, avere la possibilità di incidere.
Certo, c’è il risvolto della medaglia: se fai un errore, quasi sempre è fatale.
Fa parte del gioco e a me sta bene così”.

SOGNO AZZURRO
“La Nazionale?
È il sogno di qualsiasi calciatore.
Direi che la concorrenza è notevole, nel giro azzurro ci sono super portieri ma il modo migliore per arrivarci è fare bene con il Cagliari.
Quindi, pensiamo al presente.

LA LOTTA SALVEZZA
Conquistiamo questa salvezza: ho fiducia, siamo in una buona situazione di classifica con la consapevolezza che saranno gare difficili, ma possiamo conquistare punti contro chiunque.
Bisogna crederci”.

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