“Ho la Sardegna nel cuore. Gigi mi stima, andrei da lui di corsa“.
A parlare è Leonardo Pavoletti, che nel corso di un’intervista alla Gazzetta dello Sport, oltre a ricordare la memorabile partita contro il Bari che ha restituito la Serie A al Cagliari, ha parlato anche del suo grande legame con la città, con i tifosi e anche di Gigi Riva.
“Leonardo Pavoletti, 35 anni a fine novembre, l’11 giugno al San Nicola di Bari è stato eroe ed è diventato santo per i tifosi del Cagliari” scrive la Gazzetta.
“Mi rivedo fuori dal San Nicola con la mia birretta – racconta Pavoletti.
E pensavo alla notte di Venezia dell’anno scorso.
Si piangeva, increduli per una retrocessione assurda e ora, invece, si era in festa per un popolo al quale sono legato dal 2017.
Di gol nel finale ne ho fatti, col Varese, ai playout di C, al Genoa contro il Sassuolo, ma questo è un’altra cosa. Anche se io ho fatto l’1%: pochi minuti, un pallone e gol, ho cercato di capire dove andava il cross messo da Zappa.
Ma senza il 99% fatto da altri non sarebbe accaduto“.
Pavoletti ha poi aggiunto:
“Se il Cagliari è in A il merito è tutto di Ranieri. Completamente suo.
Abbiamo un rapporto umano fantastico.
Dopo un mese che era da noi ci siamo resi conto del suo tocco magico. La dote principale è l’umiltà“.
“Un gol importante che vale una carriera“, ha affermato il nostro bomber Gigi Riva, riferendosi all’ormai famoso gol al 94′.
“Il fatto che abbia parlato di me è un orgoglio enorme.
Rispetto la sua privacy, ma se un giorno me lo concede, corro a piedi da lui“.
Pavoletti ha poi parlato di alcuni dei suoi compagni: Lapadula, Nandez, Dossena e l’ultimo acquisto Oristanio.
“Lapa è bravo. Siamo diversi, ma ora possiamo giocare insieme. Fatto un gol ne vuol fare subito un altro. Ha fame.
Nandez è un cavallo, non va ingabbiato. Non so come abbia fatto a stare in B, è fortissimo. E non so perché una big non lo abbia preso.
Di Dossena mi stupisce la concentrazione che a pochi ho visto.
Oristanio ha una gamba frizzante, sembra Bernardeschi”.
Cosa serve ora al Cagliari in A?
“L’equilibrio. E l’entusiasmo della città. Poi Ranieri rende tutto magico e c’è Bonato, un bravo ds. Obiettivo salvezza“.
Pavoletti resta?
“Ogni anno dico vado, non vado, e invece l’amore è troppo forte. Ora è difficile andar via, forse per sempre“.