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A lezione da mister Ranieri, insegnante per un giorno. “Bisogna aspettare che nasca un altro Gigi Riva”

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Ieri pomeriggio la Cittadella Universitaria ha ospitato l’appuntamento “All Around Soccer”, organizzato dall’AIAC – l’associazione degli allenatori – con l’Università, al quale hanno partecipato oltre 200 gli studenti che hanno seguito gli interventi e le relazioni di professionisti (allenatori, preparatori atletici, medici sportivi), che hanno condiviso le loro esperienze con docenti e ricercatori universitari.
Presente all’evento come relatore d’eccezione anche mister Claudio Ranieri, che ha parlato della preparazione nel calcio, ma anche dato consigli ai numerosi presenti e risposto alle loro domande.

“Bisogna sempre credere nelle proprie idee e andare avanti. L’ho fatto al Valencia, dove la mentalità era basata sul possesso palla: dissi chiaramente che il mio calcio era un altro e, se non piaceva, potevano anche mandarmi via. Ho pensato mi cacciassero, invece mi dissero di proseguire, e quando andai via quel gruppo fece due finali di Champions League” ha ricordato Ranieri.

Sir Claudio ha poi parlato del suo Cagliari e ha spiegato: “Al mio arrivo ho detto ai ragazzi che volevo Lapadula e Pavoletti assieme, perché con dodici cross a partita arrivano un gol, un rigore o un’azione pericolosa, poi però Pavoletti si è fatto male. Mancosu lo posso mettere adesso, non un mese fa che non era pronto. E Azzi, che ho inserito subito, l’ho dovuto togliere perché faceva due allunghi e spariva non essendo al livello fisico degli altri. Mi sono sempre adattato ai giocatori che avevo, cercando di mettere i più bravi“. Sui social ha precisato: “Non accetto si usi il telefono in spogliatoio e a tavola, ma capisco che per i giovani siano una forma di comunicazione”.

In merito al suo primo periodo rossoblù, Ranieri ha commentato: “Oltre a preparare la squadra dal punto di vista tattico, tecnico e motivazionale, devi saper leggere la partita. I vari Bernardini e Pulga sapevano come posizionarsi in campo: il mio lavoro con loro era avvantaggiato. La preparazione ora è cambiata, ma all’epoca li portavo ad allenarsi a Monte Urpinu, al galoppatoio e al Poetto, per rafforzare le gambe”. Sulla mancanza di un attaccante, tema di grande attualità per la Nazionale, Ranieri ha commentato: “Non vedo carenza, ci sono i cicli. Bisogna aspettare che nasca un altro Gigi Riva“.

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