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Cagliari-Inter, Roberto Muzzi: “Il rigore c’era e avrebbe potuto cambiare la partita”

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Ospite della trasmissione Master Calcio in onda su TeleSardegna, l’ex attaccante Roberto Muzzi, oggi coordinatore tecnico della Primavera rossoblù, ha espresso un giudizio anche sulla sfida Cagliari-Inter, terminata 2-0 per i nerazzurri.

Quando hai di fronte queste squadre è normale che qualche giovane si faccia tradire dall’emozione – ha commentato Muzzi.
Sulemana e Dossena hanno fatto bene, Obert è un 2002, deve migliorare ma è molto bravo, come tutti”.
Oristanio? “All’estero hanno più pazienza e i giovani se sono bravi giocano subito con i grandi. Dobbiamo iniziare anche noi a buttare dentro i giovani, non criticandoli al primo errore.
Luvumbo ha fatto una grandissima partita, è un mix tra me e Dario Silva – ha commentato Muzzi.
Può fare 8-10 gol e Ranieri sta cercando di tirare fuori il meglio da lui.
Mi piace anche come va a battibeccare con gli avversari, come ha fatto contro l’Inter. Rispecchia totalmente il mio carattere“.

L’Inter ha fatto una partita impressionante, il Cagliari ha fatto la sua partita – ha commentato l’ex bomber rossoblù, che ha anche sottolineato:
Il rigore c’era e avrebbe potuto cambiare la partita. Azzi avrebbe potuto fare il 2-1″.

Sul mercato.
Il Cagliari ha fatto un ottimo mercato. Finisce il 31, ma l’attaccante l’abbiamo preso, così come i difensori“.

Il rispetto per la numero 11. “Ne ho sempre avuto grande rispetto. Inizialmente mi sono sentito in soggezione verso questo numero e chi l’aveva indossato, ovvero Gigi Riva. Conti inizialmente scelse questo numero per me, gli spiegai che il numero 11 più importante del Cagliari è stato Gigi Riva“.

L’amore per il Cagliari. “Non sarei mai andato via, avevo tutto. Sono andato via per necessità, ma dopo 6 mesi a Udine volevo già tornare qui…”.

L’opinione sulla scelta di Roberto Mancini.
“Non fa una bella figura – ha commentato Muzzi.
Dispiace per questa scelta, perché è chiaro che sia andato lì per soldi.
Sono un po’ contrario a queste cose, 90 milioni non gli cambiano la vita, anche perché ha guadagnato tanto in carriera”.

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