Dopo la bella vittoria per 2-0 contro il Verona, che ha permesso al Cagliari di incassare tre punti e fare un passo importante verso la salvezza, Leonardo Pavoletti nel corso di un’intervista alla Gazzetta dello Sport – ripresa dai canali ufficiali del club – ha raccontato emozioni, riflessioni e prospettive personali e di squadra.
“A Verona eravamo molto convinti di far bene“, ha commentato il capitano rossoblù, sottolineando la determinazione della squadra.
“Ci mancavano Mina e Piccoli, ma c’era chi li avrebbe sostituiti al meglio, non certo due sprovveduti.
Giocando poco, in settimana mi erano passati un po’ di pensieri negativi.
Poi, però, ho pensato: ho lavorato bene, è tutta la stagione che mi alleno bene.
In campo lunedì sera ero contento di battermi con la mia squadra.
E così è arrivato il gol alla prima da titolare”.
Parlando del rapporto con la società, Pavoletti ha aggiunto:
“Quando tutto va bene è facile, è quando le cose vanno male che capisci di che pasta sei.
Per conoscerti devi passare momenti brutti.
In questi anni con il Presidente ci siamo messi alla prova e c’è tanta sintonia: lui è uno che combatte con te, c’è sempre stato.
Vedo tante proprietà straniere, ma io competenza e valori li ritengo più importanti dei soldi.
E proprio per questo motivo mi tengo stretta una bella proprietà italiana”.
“Mister Ranieri è stato fondamentale per la nostra rinascita“, ha ricordato il capitano con riconoscenza.
“Senza di lui non saremmo qui.
Mai vista tanta umiltà.
Ci ha fatto capire che ognuno ha il suo ruolo e bisogna rispettarlo.
E solo una grande persona come mister Nicola poteva prendere il suo posto sulla panchina del Cagliari.
Siamo contenti di averlo con noi”.
Soffermandosi sullo spogliatoio e sui leader del gruppo, ha sottolineato:
“Stravedo per Deiola, abbiamo caratteri opposti, ma ci basta uno sguardo.
Dopo la catastrofe della B, abbiamo ricucito tutto, partendo dall’idea del gruppo che qui è primaria.
Così Caprile, arrivato a febbraio, sembra sia con noi da anni.
Ci sono regole, comportamenti e atteggiamenti, se non li rispetti finisci in un angolo.
Viola è il nostro psicologo, è un grande leader e comunicatore, ma non tralascerei Luperto.
E alcuni dei compagni stranieri”.
Riguardo alla crescita di Piccoli, il capitano ha evidenziato i progressi del giovane attaccante:
“Il sostituto di Piccoli in rosa c’è sempre stato, però Robi è giovane e doveva giocare per imparare, all’occorrenza sbagliare, far emergere le sue qualità.
E ora è un attaccante completo, è stato fantastico quest’anno.
Oggi Retegui è il più forte in Italia, poi dico Scamacca e Kean.
Ma attenzione a Robi, piano piano…”.
Uno sguardo alla prossima partita contro l’Udinese:
“Io titolare sabato?
Il Mister mi ha parlato di questa eventualità.
Ma devo vedere il ginocchio dopo lo sforzo di Verona, in campionato non giocavo titolare da un anno e mezzo.
Sarà una gara importante, vogliamo vincere e prima c’è sempre il Cagliari.
Anche se dovessi entrare dopo, il boato del pubblico sarà uguale ed è quello che conta”.
Infine, un accenno al futuro:
“Quando smetterò di giocare, dovrò ripartire dal basso.
Di certo non farò l’allenatore.
Potrò fare anche l’ambassador per questo Club, sperando poi che il valore umano e professionale abbia un peso.
Livorno sarebbe l’unico posto per cui potrei andare via.
Ci sarebbero da fare tante valutazioni.
Perché sì, Livorno è Livorno, ma ora Cagliari è casa”.
Pavoletti alla Gazzetta: “Ora Cagliari è casa”
