Nel corso di un’intervista alla Gazzetta dello Sport, Elia Caprile ha parlato del momento della squadra, del suo percorso, del rapporto con i compagni e del legame con una città che vive di calcio e di emozioni, in uno stralcio delle sue parole che racconta al meglio l’anima e le ambizioni del portiere rossoblù.
IL MOMENTO DELLA SQUADRA
“Siamo partiti bene e dobbiamo darcene atto perché i punti raccolti finora sono una buonissima prova.
Però il campionato è lungo e bisogna restare concentrati sull’obiettivo: centrare la salvezza il prima possibile è la priorità.
Il livello si è alzato.
Le proprietà straniere che sono entrate in diverse società hanno iniettato investimenti e hanno portato a un livello superiore la Serie A.
È un plus per tutti avere un torneo più competitivo.
Però non contano solo i soldi per fortuna… mi riferisco al fatto che alla fine contano le idee, quelle buone.
Ci sono tanti allenatori e tante società che con le buone idee compensano e costruiscono squadre che possono giocarsela contro ogni avversaria”.
GRANDE AVVIO PERSONALE
“Lavoro quotidianamente per diventare la miglior versione di me stesso dentro e fuori dal campo.
A Cagliari sto bene, è una città a misura d’uomo anche se non ho molto tempo.
A novembre la mia compagna Emily e io diventeremo genitori di Edoardo e oltre a giocare devo pensare a preparare la casa”.
NUOVO CICLO
“La società ha affidato a Fabio Pisacane la squadra, un allenatore giovane, all’esordio con una prima squadra che si sta dimostrando preparato e credibile con la sua proposta di calcio.
Conosce bene le dinamiche dello spogliatoio, ha portato principi di gioco nuovi e noi ci fidiamo di lui.
Possiamo fare ancora di più e meglio”.
IL PROPRIO PERCORSO
“Leeds è stata un’esperienza anche di vita: ho imparato l’inglese e a vedere il calcio da una prospettiva differente.
Poi la Pro Patria, sono arrivato che avevo un contratto lungo con un club di Premier e ho condiviso la stagione con compagni che si giocavano il contratto anno per anno.
A Napoli andava tutto bene e ho un ricordo bellissimo di club e città, ma mi guardavo allo specchio e sentivo che mi mancava una parte di me.
Ringrazio Cagliari per l’opportunità che mi sta dando.
Fa piacere sentirsi accostati a top club, però la mia testa è sul Cagliari, sono concentrato ad aiutare tutti nel raggiungimento della salvezza”.
SOGNO NAZIONALE
“Innanzitutto bisogna essere onesti e dire che Donnarumma è il migliore del mondo nel ruolo.
Poi ci sono tanti portieri italiani bravi e io sogno l’azzurro sapendo che può diventare realtà solo lavorando bene con il Cagliari”.
GLI INIZI, SUBITO IN PORTA
“Sì, mi piaceva sporcarmi quando mi buttavo, mamma Elisabetta mi metteva sotto la doccia direttamente vestito.
E mi sono innamorato del ruolo grazie alla maglietta dorata di Gigi Buffon del Mondiale 2006.
I momenti difficili ci sono stati e ci saranno, ma ho lavorato molto su di me con un percorso motivazionale, con i sacrifici si arriva.
Mio padre Luigi ha fatto un po’ il mio allenatore imparando dai tutorial su Internet.
Mio fratello continua a giocare ma ho spinto affinché provasse l’esperienza estera.
Studia economia e commercio in Florida e gioca come difensore nella squadra del college, vuole diventare procuratore sportivo”.
Elia Caprile: “Sogno l’azzurro ma può diventare realtà solo lavorando bene con il Cagliari”
