Tanta la gioia per l’ultima vittoria del Cagliari sulla Salernitana, che ha portato i rossoblù all’attuale 15° posto con 26 punti.
Incassati i tre punti, inevitabile l’analisi della gara che ha registrato un pericoloso blackout dei rossoblù, passati dal 3-0 al 3-2, che ha rischiato di compromettere l’esito finale della partita.
Nel corso della gara, “qualche protagonismo eccessivo” secondo Vittorio Sanna.
“Un tiro di Azzi con due uomini liberi all’interno dell’area, un’altra giocata di Viola che ha ignorato del tutto Shomurodov in un contropiede.
Ecco, questi errori, nel momento in cui stai lottando per la salvezza e devi essere una squadra unita e compatta, non si possono fare“ ha commentato Vittorio Sanna.
“Questi atti di egoismo sono da censurare, da rivedere, perché la partita si può riaprire e se non la chiudi, proprio per un eccesso di egocentrismo, rischi di mettere in difficoltà i tuoi compagni.
È curioso che sia stato proprio Azzi a sbagliare e lo stesso Viola, a sbagliare interpretazione in quel contropiede, anche perché si tratta di giocatori che teoricamente non dovrebbero essere così inesperti e in desiderio di mettersi in luce ad ogni costo”.
Ha poi continuato la sua analisi: “Potrebbe essere un caso, ma il Cagliari ha cominciato a fare punti nel momento in cui non ha cambiato assetto continuamente, come aveva fatto precedentemente.
Una delle costanti che si sono verificate nel corso della stagione era quella di cambiare continuamente, facendo mancare i riferimenti che oggi nella squadra sono più presenti.
Gli innesti dei due arrivati, Gaetano e Mina, hanno dato sostanza alla squadra”.
“Ciascuno poi è tornato al proprio posto, niente più esperimenti – ha aggiunto.
Zappa è tornato a fare l’esterno di destra, a sinistra Augello e Azzi si alternano, con Deiola davanti alla difesa a fare da schermo, con Makoumbou che può così liberarsi da molti compiti e tentare di costruire il gioco, anche se poi c’è una vera e propria rinuncia al centrocampo vero, quello fatto da Prati, dove il pallone passa centralmente e ci si affida alle geometrie”.
“La squadra ha una sua identità, anche tecnica e tattica, che in questo momento le sta dando ragione.
Questa è la direzione, avere alternative, avere due/tre uomini per ciascun ruolo e farli entrare e uscire anche a seconda dei bisogni, visto anche quanto sta capitando a livello di infortuni“.
Tre punti che ci aiutano tanto ma non è certamente finita, si lotta fino alla fine.