Nel Giorno della Legalità, l’artista Nicola Urru, del quale sono note le sculture di sabbia a Platamona, con la sua ultima realizzazione ha voluto rendere omaggio ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Sono trascorsi 33 anni dalla strage (23 maggio 1992) in cui, alle 17.58, all’altezza di Capaci, perse la vita il giudice Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani.
A distanza di 57 giorni da quella data, il 19 luglio 1992, venne ucciso anche il giudice Paolo Borsellino, nella strage di via D’Amelio, insieme agli agenti di scorta Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina e Vincenzo Fabio Li Muli.
Oggi non celebriamo solo la loro memoria – scrive l’artista Nicola Urru -, ma soprattutto il loro esempio, la loro incrollabile fede in un ideale di giustizia e legalità.
Falcone e Borsellino non erano eroi in cerca di gloria, ma servitori dello Stato profondamente innamorati della loro terra, feriti dalle sue piaghe, ma determinati a curarle.
Hanno scelto la strada più difficile, quella di affrontare a viso aperto la mafia, un nemico insidioso e potente che prosperava nell’ombra del silenzio e della paura.
Il loro onore non risiedeva in titoli o riconoscimenti, ma nella coerenza tra le loro parole e le loro azioni.
Hanno vissuto e lavorato sotto la costante minaccia, consapevoli dei rischi che correvano, ma non hanno mai vacillato.
La loro lealtà era rivolta unicamente alla Costituzione, alla legge, al bene comune.
Hanno pagato il prezzo più alto per questa loro integrità, per questo loro senso di onore così puro e cristallino.
Ma il loro sacrificio non è stato vano.
Il loro coraggio ha scosso le coscienze, ha aperto gli occhi di molti, ha seminato un seme di speranza che continua a germogliare.
Oggi, più che mai, abbiamo bisogno di ricordare l’onore di Falcone e Borsellino.
Un onore che non è fatto di retorica o di facciata, ma di impegno concreto, di responsabilità civile, di rifiuto di ogni compromesso con la criminalità e l’ingiustizia.
Impariamo da loro.
Impariamo a essere cittadini onesti, a difendere i valori in cui crediamo, a non girare la testa di fronte al male.
Perché l’eredità più grande che Falcone e Borsellino ci hanno lasciato non è il ricordo della loro tragica fine, ma l’esempio luminoso di una vita spesa per un ideale di onore e giustizia che deve continuare a guidare il nostro cammino.
