Nelle scorse ore l’ex centrocampista rossoblù Radja Nainggolan ha accettato l’offerta della Spal, dove ha ritrovato Daniele De Rossi, suo compagno ai tempi della Roma. A parlare della nuova avventura del Ninja, il giornalista Furio Zara nell’edizione online della Gazzetta dello Sport.
“Non è un mistero che Radja Nainggolan (1988) si porti dietro non solo un talento sopra la media, ma anche una storia personale piena di episodi che hanno intaccato notevolmente la reputazione e proiettano ombre“ scrive Zara, che aggiunge: “A 34 anni Nainggolan, da un po’ di tempo, dopo gli anni belli in cui fumava rabbia dalle narici come i tori e riassumeva nel suo gioco il furente agonismo di una intera squadra, ha visto la propria carriera declinare sul piano inclinato della noia, fino ad arenarsi sul territorio limaccioso dove una cosa vale un’altra, tanto il meglio è già passato e un calciatore a quell’età rincorre gli ingaggi più che la gloria, aggiungendo nomi di club al curriculum”.
Il giornalista riepiloga brevemente anche l’avventura del Ninja all’Anversa: “Van Bommel (l’allenatore dell’Anversa) gli rimarca l’atteggiamento tenuto durante gli allenamenti, la svogliatezza, i ritardi, la condotta generale, non esattamente da professionista. Radja ascolta, come uno studente distratto. L’Anversa lo mette fuori rosa a tempo indeterminato. A novembre viene escluso definitivamente. Trovati un altro club, grazie tante, Vedi alla voce fallimento“.
“In suo soccorso ora è arrivato Daniele De Rossi – ha aggiunto Zara -, con cui ha diviso 4 anni e mezzo alla Roma, decisamente i migliori di una carriera di botti partiti in ritardo, fuochi d’artificio di una sola notte, petardi lanciati nel silenzio. Ferrara si offre come l’ultimo approdo per il fu Ninja, il centrocampista “Fast and Furious” che in campo è un cane da rapina, sempre pronto all’assalto, e fuori fa di tutto per farsi disegnare addosso il contorno del Bad Boy. Beve, fuma, guida in stato di ebbrezza, provoca incidenti sempre da copertina, fa il gradasso in discoteca”. “In giro a fare il ganzo, a prendere la vita come viene, facendo il proprio mestiere – giocare a pallone – ogni tanto così bene da far sperare che davvero qualcosa sia cambiato e ogni tanto così indolentemente da far pensare che non c’è redenzione, ma solo attesa di un’altra possibilità, un’altra squadra, un’altra città per dimostrare chi sei o chi sei stato, meglio ancora chi sarai quando il domani ti sorprenderà”.
