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Mahmood: Arriva al cinema il suo docu-film. L’amore per la mamma Anna Frau: “È stata una madre modello”

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Immagini inedite, le sue origini, la Sardegna, l’Egitto, la musica. Un racconto di un anno di concerti, dietro le quinte, ma anche di momenti intimi famigliari e di amicizia. Un bel ritratto inedito di Mahmood, un artista da sempre riservato, che ha raccontato chi è Alessandro, lontano dalle luci dei riflettori.

Il docu-film Mahmood sbarcherà nelle sale italiane in un’uscita evento dal 17 al 19 ottobre con Nexo e dal 15 novembre su Prime video. Un anno di successi per il cantautore vincitore di due Sanremo (nel 2019 con ‘Soldi’, e, in coppia con Blanco, nel 2022 con ‘Brividi’) che ha raccontato delle emozioni vissute all’Eurovision, del rifugio a Orosei. Un documentario che svela molti aspetti inediti dell’artista, accompagnato da mamma Anna Frau, di Orosei, punto fermo nella sua vita. “Da mia madre ho imparato la dedizione, il non dormire troppo sugli allori, mi perdevo un po’ da bambino, serviva qualcuno che mi stesse addosso, c’era lei, mi mandava a scuola di canto, in piscina, è stata una madre modello“.

Un viaggio nel complicato rapporto con il padre egiziano, raccontato nel brano con il quale ha vinto Sanremo, ‘Soldi’. “Quando decidi di fare un docu-film sulla tua vita e sul tuo percorso devi essere sincero e raccontare anche cose un po’ più scomode, come ho fatto con il rapporto con mio padreha spiegato Mahmood nel corso della conferenza stampa di presentazione del documentario. “Si è rivelato un viaggio molto utile anche per me. Io a volte per non pensare ai miei problemi cerco di offuscare i ricordi del passato. Il documentario in questo senso è stato terapeutico, mi ha aiutato a mettere dei puntini su certi momenti… certo ora li conoscono pure gli altri”, ha aggiunto, sorridendo.

“Vedermi passare dalla pineta in Sardegna, dove cucino le salsicce insieme alla mia famiglia (particolarmente numerosa tra zii e cugini), alle prove nei camerini di Londra, non corrisponde al ritratto di una superstar che spacca tutto. Non volevo fosse un racconto pomposo, ma che fosse in rilievo il lato più umano di questo percorso, la trasformazione che porta in me la musica. Volevo mostrare come sono fatto realmente“.

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