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Nainggolan: “Tornai a Cagliari a causa della malattia di mia moglie. Juve? Vincevano, e non solo per bravura. Erano agevolati”

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Nel corso di un’intervista al quotidiano il Corriere della Sera l’ex rossoblù Radja Nainggolan oltre a parlare del suo presente alla Spal, ha anche raccontato diversi aneddoti sul suo passato dentro e fuori dal campo di calcio.
Lo scorso gennaio Nainggolan ha accettato l’offerta della Spal, fortemente voluto da Daniele De Rossi. “Ci sono venuto per lui e dopo due giornate l’hanno mandato via – ha commentato il belga. Se non ci fosse stato lui neanche ci avrei pensato. Ha avuto forti divergenze con la società, lo ha detto del resto. Ho riflettuto e alla fine sono rimasto, nonostante tutto. Devo aiutarli a salvarsi“.

Prima della Spal, l’esperienza all’Anversa, dal quale è stato scaricato. “Ero contento di essere tornato nella città dove ci sono due delle mie figlie e dove sono cresciuto. Quando sono arrivato all’Anversa dicevano che ero un grande giocatore, alla fine mi hanno trattato come un pezzo di m…, un parassita. Non li perdono. Sì, ho sbagliato, si può ogni tanto? Agli umani succede. Non è che poi per un mese si deve parlare sempre del mio errore. Mi hanno impedito di entrare dalla porta principale, spostavano le mie cose nello spogliatoio. Mi dissero: dimostra che sei cambiato e mi sono comportato bene. Non hanno mantenuto la parola”.

Idee chiare e nessun timore di raccontare il suo modo di intendere la vita. “La natura mi ha fatto un dono, ho un fisico che non ha mai risentito delle cavolate che ho fatto. Certo, a 20 anni esci tutte le sere, adesso magari di serate ne faccio due-tre, se mi va. Ma non rinuncio a vivere. Posso anche bere un po’ la sera, l’importante è poi andare in campo a tremila. Si racconta che creavo problemi negli spogliatoi, ma da Piacenza, al Cagliari, alla Roma e all’Inter ho avuto buoni rapporti con tutti. Ci sono compagni che sento ancora oggi”.
Sono un calciatore e prima ancora un uomo che ha scelto di essere felice – ha aggiunto. Ho nella testa e nell’anima le sofferenze che ho vissuto da ragazzo. Eravamo poveri, mia madre faceva le pulizie e mille lavori extra per sostenerci. Mio padre ci ha lasciati che ero giovanissimo. Mi sono sacrificato per diventare un calciatore, guadagnare e far vivere bene i miei cari che come me e con me hanno sofferto”.

In merito alle parole dell’ex ds della Roma, Walter Sabatini (“se metti davanti a Nainggolan 7-8 shottini se li beve tutti“, ndr), Nainggolan ha commentato: “L’ho chiamato e gli ho detto che otto sono pochi. Ne bevo anche venti. E che poi vado in campo lo stesso. Mi vuole bene, mi ha sempre consigliato di avere una vita più tranquilla. Pensa che avrei avuto una carriera migliore. Ma non sono d’accordo, in campo ho dato il massimo”.
Ovunque ho fatto cavolate – ha continuato. A Roma arrivavo in ritardo, ci sono stati video in cui di sera ero poco lucido e poi quel famoso Capodanno a casa mia… Lo ricorderò per tutta la vita. Forse è stata quella la notte più folle. I miei video ubriaco, in cui fumavo e dicevo parole fuori posto fecero il giro del mondo. Fui attaccato da tutti, la Roma andò su tutte le furie. E avevano ragione”.

Ferma la decisione di non andare mai alla Juventus. Tra lui e i bianconeri non c’è mai stato grande feeling nonostante la Juve si sia interessata a lui in diverse occasioni, ricevendo però sempre dei no. “Vero. Saranno pure stati i più forti, ma ho esperienze in campo contro di loro dove vincevano, e non solo per bravura. Erano agevolati. Con la Roma, nel 2014, perdemmo 3-2, con due rigori fuori area“.
Nel corso dell’intervista, ha confessato che il motivo del suo ritorno in rossoblù nell’estate 2019, è stato determinato principalmente dal tumore che colpì la moglie. ““Sì, tornai a Cagliari a causa della malattia di mia moglie, dovevo stare vicino alle mie figlie. Era giusto tornare in quel momento e non mi sono tirato indietro”.

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