Addio un po’ amaro per Claudio Ranieri, che nella sua ultima partita sulla panchina del Cagliari, ha incassato la sconfitta per 3-2 per mano della Fiorentina, che blinda così l’ottavo posto e si assicura un posto nella prossima Conference League.
A rete Bonaventura e Deiola, poi Mutandwa e Nico Gonzalez.
Gara decisa da un rigore nel recupero, al 101′, che chiude la stagione: l’arbitro, dopo consulto al VAR, verifica un tocco di Di Pardo sul Beltran, che porta al gol del 3-2 realizzato da Arthur.
Una serata che ha regalato grandi emozioni: commovente il tributo di tutto lo stadio a Ranieri prima del fischio d’inizio, così come da brividi è stato il tributo al 13‘ all’indimenticabile Davide Astori, ex giocatore di Cagliari e Fiorentina.
Al termine della gara Mister Ranieri si è presentato davanti ai microfoni dei media per commentare l’emozionante serata.
SULLA GARA
“Volevamo vincere. Abbiamo fatto una bellissima partita, non meritavamo di perdere, ma il calcio è questo.
Ringrazio tutti i tifosi, ringrazio i miei ragazzi, sono stato contento di uscire dal campo dopo una prestazione meravigliosa.
Abbiamo creato tanto, segnando quattro gol, anche se due sono stati annullati per fuorigioco.
I ragazzi hanno dato tutto, hanno lottato fino alla fine”.
TUTTI IN PIEDI PER IL MISTER
“Il saluto del pubblico è stato qualcosa di incredibile, meraviglioso dall’inizio alla fine. Anche di inaspettato: l’arbitro non fischiava per cominciare la gara, non mi aspettavo quel lungo applauso dei miei ragazzi, della Fiorentina, di tutti i tifosi. Poi finita la partita ho potuto ringraziare al microfono il pubblico che ha riempito lo stadio, è stato bellissimo. È stata una giornata meravigliosa già da questa mattina, da appena mi sono svegliato, una giornata particolare che porterò per sempre nel cuore”.
PER SEMPRE GRATO
“Sarò sempre grato al popolo sardo, la gente è meravigliosa, mi ha voluto bene dall’inizio: è qui che è iniziata la mia carriera, è qui che è iniziato tutto 35 anni fa.
Qui rappresenti tutta un’Isola, i nostri tifosi ci hanno sempre sostenuto, seguito ovunque siamo andati.
E sappiamo bene quanto per via dei trasporti sia difficile, purtroppo, spostarsi dalla Sardegna.
I nostri tifosi fanno sacrifici enormi.
La salvezza per me vuol dire tanto, significa dare una gioia a tutta l’Isola”.
LA CHIUSURA DI UN CERCHIO
“Il presidente Giulini mi ha chiesto di ripensarci, è stato il primo; poi la squadra.
Ma c’è un inizio e una fine per tutto.
È giusto così: chiudere il cerchio in questa maniera, dove avevo iniziato, è qualcosa che sognavo ed il sogno è stato meraviglioso.
Questa è stata la mia ultima squadra di Club.
Arriverà il momento in cui mi mancherà tutto questo: scendere in campo, l’esame della partita.
Ora, però, cercherò di godermi di più la vita: ho viaggiato tanto, ma ho visto poco. Alberghi, stadi.
Ora che avrò più tempo, andrò in giro a godermi le bellezze del mondo e passerò più tempo con la mia famiglia: mia moglie Rosanna, mia figlia Claudia, i miei due nipotini Orlando e Dorotea.
E riverrò, ovviamente, anche qui a Cagliari.
Se dovesse arrivare una proposta allettante di una Nazionale? Ci penserò.
Altrimenti con il calcio è finita qui”.
L’IMPORTANZA DI RESTARE IN SERIE A
“Per cercare di competere il Presidente mette tanti soldi, ma ci sono proprietà – non parlo solo delle big, ora saliranno in A anche Parma e Como – che di soldi ne hanno davvero tantissimi a disposizione.
La Serie A è diventata molto difficile: i tifosi allora devono stare vicini alla Società, alla squadra, il Cagliari è un bene troppo prezioso e va salvaguardato come una reliquia.
La squadra deve dare tutto, i tifosi dovranno sostenerla, a prescindere dal risultato.
I tifosi hanno scritto che la salvezza non è abbastanza?
Ripeto, la Serie A è complicata, bisogna pesare anche le altre squadre.
La Serie A è un patrimonio e se si retrocede poi risalire è molto dura.
Ai tifosi ho detto sempre, sin dal primo giorno, di soffiarci dietro per superare insieme i momenti difficili.
Così è stato. Dovranno continuare a farlo.
Non c’è cosa peggiore che giocare in casa e sentire il proprio pubblico che rumoreggia, fischia: diventa pesante, rischi di bloccarti.
Tutto l’ambiente deve dare una mano e stare vicino alla squadra: la Serie A è un bene troppo importante, ricordiamocelo sempre”.
BUONE BASI PER IL FUTURO
“In rosa ci sono anche tanti giovani che hanno fatto passi da gigante, come Kingstone per esempio: sono contento che abbia trovato il gol oggi, il suo primo in Serie A.
È come un puledro allo stato brado, va aiutato a crescere, ma quando vede la porta ti fa male, lo ha dimostrato stasera”.
CAGLIARI NEL CUORE
“Da calciatore non sono stato un grande campione, ma da allenatore mi sono divertito tanto.
Per me è stato un onore essere nel mondo del calcio.
Ho vinto un campionato con il Leicester, è stata un’impresa: ma Cagliari è Cagliari”.