Il portiere rossoblù Boris Radunovic è stato il protagonista del nuovo episodio di “Terzo Tempo”, il podcast ufficiale del Cagliari Calcio.
Nella puntata “Il Muro di Belgrado” il portiere rossoblù ha raccontato della sua infanzia, della passione per lo sport e per il calcio, cresciuta negli anni fino a diventare la sua professione. Dalla Serbia alla Sardegna: Cagliari tappa fondamentale della sua vita di uomo e di calciatore.
“Sono stato molto contento di venire a Cagliari. Prima di tutto per il mare – sorride. Non ci ho pensato neanche un minuto, ho detto subito sì. Quando sono arrivato, non mi allenavo con una squadra da un anno, è stato un periodo particolare. L’anno scorso come secondo portiere non mi è pesato, sapevo che sarebbe arrivato il mio momento. Ho sempre cercato di essere sempre pronto, di dare una mano quando serviva. La retrocessione è stata bruttissima. Evidentemente dovevo passare dalla Serie B, l’ho accettato, è Dio che decide. Dopo la retrocessione non ho pensato di cercare un’altra squadra in Serie A, ho pensato subito di restare a Cagliari, ero convinto di fare bene da titolare”.
“Con il preparatore dei portieri, Bressan, ho un rapporto speciale. Si sa quando si può scherzare e quando c’è da lavorare seriamente. Noi portieri abbiamo creato una piccola famiglia, siamo molto uniti.
Qua tutti noi stiamo bene, nessuno vuole andare via – ha aggiunto. Io sono sereno, penso che tutto si possa risolvere”.
Sul mister. “Tutti sappiamo chi è Ranieri, che è un allenatore serio e affidabile. È una persona umile e sa sempre cosa fare. Anche durante la partita, vede tutto prima di tutti. Mi ha colpito vedere che in ogni momento lui sa cosa fare. Io sono educato ma lui è super educato – sorride. Lui pensa a tutto“.
Il rapporto con i tifosi. “Io voglio rendere felice sempre ogni tifoso, perché so quanto un autografo sia importante. Per loro è tanto, per noi è niente: mi fermo dieci secondi, non mi costa niente. È una cosa che faccio volentieri, con tutto il cuore. Non penso sia stressante, se serve fare mille autografi, ne faccio anche mille e uno“.
“Tutta l’isola vive per il Cagliari. Quando abbiamo guardato il film su Gigi Riva, ho cominciato a capire come funziona qua, quanto la gente è legata al club. Questo legame mi piace tanto”.