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RANIERI CONFERMA: CAGLIARI MIO ULTIMO CLUB

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Claudio Ranieri, che dopo la salvezza del Cagliari aveva comunicato la sua intenzione di lasciare la panchina rossoblù, nel corso di un’intervista a Sky Sport ha chiarito la sua intenzione di non allenare più nessun altro club.
Unica possibile tentazione, una Nazionale.

Il Mister ha così spiegato le ragioni della sua scelta.
“Prima del Cagliari avevo avuto due-tre richieste che non si sono poi mai concretizzate, e mi chiedevo come mai.
Poi quando è arrivato il Cagliari, mi sono detto, ecco perché: il fato voleva che io chiudessi il cerchio con il Cagliari.
Quando sono arrivato ho detto: “Vengo e chiudo qua la mia carriera da allenatore di club.
Se, un domani ci dovesse essere una Nazionale che mi fa scattare qualcosa, posso dire di .
Ma non allenerò altre squadre di club“.
Ha poi scherzato:Se c’è la Nazionale sarda, vengo“.

“Ho chiuso la porta dei club e la mantengo chiusa – ha ribadito Ranieri.
Quando sono venuto qua, mi sono detto che avevo due anni e mezzo di contratto, poi ci sarebbe stato lo stadio da inaugurare.
Ho iniziato all’Amsicora, poi c’è stato il Sant’Elia, ora l’Unipol Domus, in attesa del nuovo stadio, che però ho capito che è difficile che si faccia in tempi brevi a causa della burocrazia”.

“Tre promozioni, due salvezze, sono un uomo fortunato, devo chiudere così ha continuato Ranieri.
“È stato bellissimo.
Il calore, la considerazione della gente mi hanno fatto enormemente piacere.
Vedere i nostri tifosi felici, non soltanto – e li ringrazio -, gli Sconvolts, ma le mamme di famiglia, i bambini.
Gente che proveniva da ogni parte, con molti sacrifici.
Stare sull’Isola non è come stare da altre parti d’Italia in cui ci si può spostare con più facilità.
Io capisco i sacrifici che fa il popolo sardo, sono magnifici. Posso solo dire grazie“.

“Mi auguro che chiunque arrivi a sostituirmi abbia il supporto che ho avuto io, fin dal mio arrivo in aeroporto.
Ho chiesto aiuto ai tifosi perché sapevo che da solo non ce l’avrei fatta.
La squadra non stava in una buona posizione in classifica, aveva perso autostima, potevo spingerli ma era il pubblico che ci doveva soffiare dietro.
E il pubblico mi ha ascoltato, è venuto a riempire l’Unipol Domus dal primo giorno, e pur non vincendo alcune partite che potevano apparire facili, non ha mai perso la fiducia nella squadra.
E la squadra ha fatto un lavoro meraviglioso grazie a tutti quanti, dai magazzinieri allo staff medico, al presidente: tutti hanno spinto in un’unica direzione.
La barca ha superato le libecciate ed è stata tenuta dritta da tutto l’ambiente.
Devo ringraziare tutti: da solo non ce l’avrei fatta ha sottolineato.

“Cosa farò ora? Viaggi ha risposto Ranieri, che ha spiegato:
“In cinquant’anni ho visto solo aerei, treni, alberghi e stadi. Non ho visto quasi niente.
Vorrei dedicarmi alla mia famiglia, ai miei nipot: uno deve fare dieci anni, l’altra ne ha fatti cinque pochi giorni fa.
Li vedo una volta ogni tanto, credo che un nonno debba fare anche il nonno qualche volta.
Il bello è che mio nipote lo tratto quasi come un giocatore: quando giochiamo lui vuole vincere, ma gli ho detto che io non sono il nonno che ti fa vincere: deve capire che bisogna sudarsele le cose”.

Infine, la commozione di Jurgen Klopp, che ha lasciato il Liverpool dopo 9 anni.
“L’ho visto commosso… io spero di riuscire a trattenermi ha commentato Ranieri.

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