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Leonardo Semplici: “A Cagliari è mancata la fiducia che meritavo. Sono convinto che lo avrei salvato”

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Sono tutt’ora convinto che li avrei potuti portare a dama“. Sono queste le parole pesantissime pronunciate da Leonardo Semplici riferite al Cagliari, sua ex squadra. Un rimpianto con il quale i rossoblù devono fare i conti, in un periodo delicatissimo per la squadra di Liverani, reduce da cinque pareggi consecutivi e a digiuno di vittorie dallo scorso 15 ottobre. In esclusiva a FootballNews24.com, Semplici ha raccontato la sua esperienza a Cagliari, dopo l’impresa della salvezza insperata da tutti.

Tutti ci davano per retrocessi

Quando sono arrivato a Cagliari era una situazione a dir poco difficile. Tutti ci davano per retrocessi e precedentemente al mio arrivo in 23 partite erano stati fatti 15 punti e noi in 15 ne abbiamo fatti 22, salvandoci con due giornate di anticipo, mantenendo una media quasi da Europa League, recuperando 10 punti alle squadre che avevamo avanti“.

Un’impresa poco reclamizzata

Abbiamo fatto un’impresa a mio avviso poco reclamizzata o comunque non capita pienamente, perché la squadra aveva dei giocatori importanti, ma fino a quel momento non erano stati capaci di dimostrarlo in campo. Abbiamo fatto un lavoro straordinario e quel gruppo di ragazzi lo porterò per sempre nei miei pensieri e ricordi. Era impensabile fare un cammino del genere e invertire il trend in quella maniera”.

Poca fiducia da parte della società

Poi purtroppo in estate non c’era la convinzione da parte della società che aveva contattato altri mister e quando da allenatore ti accorgi di certe cose, perchè nel calcio si vengono sempre a sapere e non senti la fiducia dopo un’impresa del genere, non ci sono rimasto bene. Nonostante io avessi detto chiaramente che se non c’era la volontà di continuare il rapporto potevamo interromperlo, loro, a mio avviso, non hanno voluto farlo perché per la piazza ero sicuramente apprezzato per i risultati raggiunti ma non c’erano i presupposti per andare avanti, anche perchè le mie indicazioni sul mercato non erano state seguite e fatte altre scelte quindi dopo tre giornate si è deciso di cambiare“.

Dispiaciuto per com’è andata a finire

Allenare a Cagliari è particolare, è una piccola nazione, e i sardi sono speciali quindi ti senti responsabile di questa squadra e di questa terra. Sono dispiaciuto di come si è conclusa e di come è andata a finire per la squadra, perché nelle restanti trentacinque partite le cose sono andate sempre peggio fino alla retrocessione. Sono tutt’ora convinto che li avrei potuti portare a dama“.

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