Nel comune di Codrongianos, in provincia di Sassari, isolata e lontano da tutto, si erge l’inconfondibile e altera mole striata della Basilica della Santissima Trinità di Saccargia, uno dei più suggestivi e importanti esempi di chiesa in stile romanico-pisano in Sardegna.
Capolavoro dell’architettura romanica in Sardegna, rimane scolpito nella memoria: il suo alto campanile scuro svetta in una silenziosa vallata, e già scorgerlo in lontananza provoca grande emozione, che accresce alla vista del portico e della facciata che spuntano dopo un leggero pendio.
Fu completata nel 1116 sulle rovine di un monastero preesistente per volontà del giudice Costantino I di Torres che durante un viaggio insieme alla moglie fu ospitato dai monaci camaldolesi. I due fecero voto alla Madonna, per avere un figlio. Quando nacque il futuro Gonario II di Torres, la coppia donò una nuova chiesa che fu consacrata il 5 ottobre 1116, e affidata ai monaci Camaldolesi che vi fondarono la loro abbazia.
In seguito furono eseguiti, da architetti e maestranze di scuola pisana, lavori di ampliamento databili dal 1118 al 1120: l’allungamento dell’aula, l’innalzamento delle pareti, una nuova facciata e la costruzione dell’altissimo campanile.
Alla fine del XII secolo l’abside centrale fu affrescata da un ignoto artista di scuola umbro-romana, e oggi quest’opera può essere considerata l’unico esempio superstite in Sardegna di pittura murale romanica in ottimo stato di conservazione.
Un estratto della puntata di Ulisse, programma di Alberto Angela andato in onda su Rai1, dedicato alla Basilica della Santissima Trinità di Saccargia: