Nel corso di un’intervista a La Gazzetta dello Sport, l’attaccante rossoblù Zito Luvumbo ha raccontato del suo rapporto con mister Nicola dopo le prime settimane di allenamento, del suo approdo in Serie A e del suo ruolo di protagonista del Cagliari.
“Sono contento della mia prima stagione in Serie A, 4 gol con anche lo stop per la Coppa d’Africa.
Il mio obiettivo per il futuro?
Superarmi, non pongo limiti e non faccio cifre, lavoro per dare il massimo.
Mister Nicola mi dà consigli, mi chiede di puntare l’uomo, farmi vedere, aiutare la squadra.
Ha un carattere simile a quello di Ranieri, che per me è stato un padre, mi diceva sempre di calciare in porta, perché per un attaccante il gol è determinante.
Quello più bello e importante resta il 3-2 al Parma nel playoff di Serie B, una serata magica con due gol e un rigore procurato, pazzesco”.
“A 18 anni sono arrivato a Cagliari e mi sono innamorato.
Ringrazio ancora l’ex tecnico Agostini, con lui ho imparato certi movimenti. Prima correvo e basta.
A Cagliari mi è stato insegnato tutto a livello tattico, ho iniziato a conoscere il calcio nel suo complesso affinando la tecnica e la capacità di giocare coi compagni mettendo a disposizione le mie qualità.
La velocità? È la mia arma, sono rapido con i primi passi, devo sfruttare questo per determinare in positivo a beneficio della squadra.
Adesso sono più maturo, credo che ognuno di noi abbia il suo talento e le sue prerogative, poi per diventare un calciatore importante ad alto livello devi lavorare tanto”.
LA FAMIGLIA
“Sono cresciuto un po’ con papà André, un po’ con mamma Filomena e anche con una zia.
I miei si sono separati presto. Non è stato facile. Sono figlio unico.
Ora hanno altre vite, ma il regalo più grande è stato averli entrambi al mio recente matrimonio con Milena
“Spero che presto mio padre possa venire allo stadio a vedermi, al mio matrimonio è stato bellissimo ritrovare tutta la famiglia, gli amici, ci siamo divertiti tanto”.
PASSIONI
“Mi piacciono i social, TikTok in particolare.
Faccio una vita tranquilla, in tv guardo tanto calcio, la Serie A in particolare per studiare e conoscere sempre di più gli avversari, le squadre, i segreti di questo mondo.
E ovviamente non mi perdo i big match europei quando ne ho la possibilità.
La playstation? Solo Kourfalidis è più bravo di me (ride ndr), con Christos e gli altri ragazzi di quella Primavera, i classe 2002, è rimasto un grande rapporto ed è anche grazie a loro se ho imparato l’italiano e mi sono integrato in fretta”.
In chiusura parole che testimoniano il suo attaccamento alla maglia, al territorio e ai suoi tifosi: “Sono figlio di Cagliari. Sono sardo“.