Continua anche a Venezia la promozione del Parco archeologico naturale del Sinis, con la campagna che vede impegnati Cagliari Calcio e Fondazione Mont’e Prama.
Dopo Genova e Palermo, la città lagunare – in occasione della sfida dei rossoblù al cospetto degli arancioneroverdi – accoglie i Giganti a ridosso del match. L’evento sportivo diventa ancora una volta un’opportunità per far conoscere la Sardegna archeologica attraverso le sculture ritrovate negli anni Settanta a Cabras, nelle colline del Sinis.
Appuntamento sabato 25 febbraio alle 10 negli spazi della Nh Collection Venezia Murano Villa. Tra i presenti anche i tifosi rossoblù appartenenti ai circoli sardi sul territorio veneto e ai Cagliari Club, a rafforzare quanto la campagna funzioni da veicolo fondamentale per la conoscenza del patrimonio storico e culturale.
A fare da cornice l’allestimento fotografico “I Giganti in Mostra”, costituito da sei pannelli che narrano la scoperta delle statue dei Giganti, con foto e didascalie esplicative.
“Da parte nostra c’è grande orgoglio nel fornire il contributo per portare in ogni parte d’Italia e del Mondo la Sardegna e le sue perle”, spiega il Direttore Business & Media del Cagliari Calcio Stefano Melis. “I Giganti di Mont’e Prama sono sicuramente tra queste e lo sport, il calcio, il Cagliari possono essere un veicolo decisivo. È un’emozione molto forte raccontare cosa siamo, cosa sono i Giganti, a tutti gli appassionati che in occasione del cammino rossoblù hanno la fortuna e il piacere di imbattersi nel racconto di una storia senza eguali”.
La mostra, curata dalla Fondazione Mont’e Prama e dalla Federazione delle Associazioni Sarde in Italia, vivrà le prossime tappe legate alle trasferte dei rossoblù a Brescia e Parma.
I Giganti
L’unico caso di statuaria monumentale scolpita a tutto tondo tremila anni fa, ritrovata per caso da alcuni contadini nel 1974, nelle campagne di Cabras, paese che sorge nella costa occidentale della Sardegna. Le pietre giacevano inermi sotto la terra nella collina denominata Mont’e Prama – tradotto, Monte della Palma – per via della vegetazione che allora vi cresceva rigogliosa. Quei massi così grandi e definiti non lasciarono indifferenti i contadini che lavoravano i campi, tantomeno la Soprintendenza che, nel 1975, avviò in quei luoghi una prima campagna di scavo, facendo affiorare dalla terra più di cinquemila frammenti che riuniti tra loro diedero nuovamente vita a ventotto statue maschili, raffiguranti pugilatori, arcieri e guerrieri, oggi custoditi insieme agli ultimi ritrovamenti nel museo di Cabras e in parte al MAN di Cagliari.